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E’ possibile accomunare il “no educativo” per i bambini e per i nostri amici a quattro zampe?

É così assurdo fare dei paragoni così? Cosa cambia nell’educazione alla vita sociale in due specie come l’uomo ed il cane?
Iniziamo analizzando il significato dell’educazione e soprattutto la sua importanza nella vita di ogni giorno, in particolare nella vita da adulti all’interno di una società fatta di altri individui diversi l’uno dall’altro.
L’etimologia della parola educare deriva da e-ducere, cioè condurre via, condurre fuori da: dà l’idea di fare uscire, portare all’aperto, simbolicamente far emergere dal bambino quello che già c’è, potenziarlo ed insegnargli a gestirlo. E’ un processo attraverso il quale i figli ricevono e imparano quelle particolari regole di comportamento che sono condivise nel gruppo familiare e nel contesto sociale di appartenenza.
Questi concetti sono identici sia per i cuccioli umani sia per i cuccioli di cane, educare ci serve a saper vivere in equilibrio.
Costruire dei limiti è necessario e fondamentale, attraverso l’acquisizione e apprendimento di regole, comportamenti e valori , il tutto deve avvenire sempre nel rispetto dell’individualità del soggetto.
Sin dalla nascita il piccolo umano e cucciolo ha infatti bisogno di un intervento costante da parte degli adulti che si prendono cura di lui questi devono essere in grado di contenere, regolare e instradare le sue richieste, le spinte evolutive, i suoi impulsi, e insegnargli poi a fare tutto ciò in maniera autonoma e indipendente, e a diventare degli adulti equilibrati e responsabili.
Qui vediamo una grande differenza, i nostri cani di famiglia, nella loro vita non saranno mai totalmente indipendenti come i figli adulti, il loro crescere e diventare responsabili e sicuri deve sempre essere visto in sintonia con una stretta socialità e collaborazione con la propria referenza umana.
Nel quotidiano i genitori come i referenti umani e cani adulti, devono saper mantenere una certa fermezza educativa, soprattutto nel rapporto di coerenza decisionale, nel pronunciare un “no” e riuscire a mantenerlo in maniera risoluta. Eppure spesso questo ruolo educativo viene disatteso.
Cani adulti ben equilibrati sono dei veri maestri in questo, sanno tempi e modalità per mantenere una giusta coerenza educativa.
I motivi dei frequenti o comunque possibili sbagli possono essere molteplici:
• Per stanchezza o comodità un genitore pur di non sentire capricci e lamentele può tendere a dire sempre si, in quanto è la risposta più semplice a cui non segue mai un conflitto o un momento di frustrazione. Stessa cosa avviene nei confronti di un cucciolo, spesso è più semplice assecondare qualunque sua richiesta.
• Possiamo aver paura di far soffrire i propri figli, confondendo sofferenza e frustrazione, e dandogliela così sempre vinta. Se siamo referenti di un cucciolo, il pietismo nei suoi confronti può superare la giusta fermezza educativa, avere un cucciolo in famiglia che ha passato esperienze spiacevoli in passato ci può rendere fragili e quindi troppo accondiscendenti come guide. Questa situazione crea ancora più instabilità emotiva nel cucciolo fragile che non vede nell’umano una referenza sicura e stabile.
• C’è poi il timore di fare un’esperienza di separazione/solitudine/autonomia. Soprattutto quando il legame è fortemente materno, non dimentichiamo che all’origine la relazione madre-figlio è necessariamente simbiotica, può accadere che risulti difficile separarsi, anche simbolicamente con un no, che però comporta un cambio di posizione, un distacco. Questa stessa esperienza può essere vissuta erroneamente dai referenti umani verso i loro cani, un eccessivo attaccamento impedisce alla figura di porre dei limiti che sono sia fisici sia emotivi.
• In caso di genitori separati, un genitore può dire sempre di si ai propri figli, questo per due motivi principali, per dimostrare di essere il genitore “migliore” e diventare il “preferito”, o semplicemente per fare il bastian contrario rispetto alle decisioni dell’altro genitore, e nutrire ulteriormente il conflitto dato dalla separazione. Spesso ci si dimentica che la coppia si, può finire, ma genitori lo si è per sempre.
La situazione delle coppie separate trova i riscontri negativi sempre di più anche nella gestione del cane di famiglia e non solo dei figli, sembra assurdo ma ci si trova sempre di più a combattere non solo per il legame con i figli ma anche con i cani. E spesso la coerenza è ben lontana.

Come pensiamo che diventino i nostri figli? I nostri cani?

Iniziamo a pensare a come siamo noi.

 

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