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Pet Therapy e Autismo
«Gli occhi di un animale hanno il potere di parlare un grande linguaggio». (M. Buber)
L’autismo, o meglio definito come Disturbi Dello Spettro Autistico, è un disturbo del neuro sviluppo, con esordio nei primi 3 anni di vita.
Esso si configura quale disabilità permanente che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale (SINPIA 2009); l’autismo non presenta prevalenze geografiche, è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo di ogni razza e ambiente. Presenta invece una prevalenza di sesso: colpisce i maschi in misura da tre a quattro volte superiore rispetto alle femmine (Fombonne et al, 2003).
I bambini con Disturbo dello Spettro Autistico manifestano:
- compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino a una totale assenza dello stesso;
- incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia con i coetanei; questo si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti e modalità comunicative anche non verbali non adeguate all’età, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto;
- presentano interessi ristretti e comportamenti stereotipati e ripetitivi e possono presentare alterazioni della sensibilità.
Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale, che si può presentare in forma lieve, moderata o grave.
Ogni intervento deve avere come obiettivo quello di favorire il massimo sviluppo possibile delle diverse competenze compromesse nel disturbo.
La funzione della Pet Therapy nell’autismo
Attraverso l’animale come mediatore e facilitatore sociale, ci si prefigge di stimolare la comunicazione e rompere l’isolamento della persona autistica o con tratti di autismo; in questo modo si facilita la relazione con i professionisti in IAA; il contatto con l’animale consente a quest’ultimo di intervenire in quelle aree in cui l’utente ha maggiori necessità, come quella educativa così come psicomotoria, logopedica, etc.
In linea generale il contatto fra un bambino con autismo e un animale, come un cane ad esempio, può essere favorito dal tipo di comunicazione non verbale che viaggia fra essere umano e animale. Tale contatto non impegna quindi il bambino in una forma di reciprocità relazionale di tipo verbale, che non riesce a sostenere.
Inoltre, un animale domestico stimola processi di identificazione tali per cui il bambino, proietta alcune caratteristiche di sé stesso nell’animale che diventa un “ponte” di comunicazione fra il piccolo paziente e il mondo circostante.
La pet therapy seppur strutturata nello specifico intervento, lascia spazio all’imprevedibilità, alla flessibilità, che solo un animale sa dare. La relazione che si crea tra il cane/cavallo/asino e l’utente è genuina!
Per saperne di più sui nostri percorsi individualizzati, consulta il nostro servizio “Domicilio a 4 Zampe”
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